Le neoformazioni palpebrali

Per neoformazioni palpebrali si intendono quelle "formazioni" dalla comparsa più o meno recente, a carico delle palpebre superiore ed inferiore o del bordo libero. L'oftalmologo, frequentemente, avverte l'esigenza della consulenza dello specialista dermatologo e/o del chirurgo plastico per un più corretto e completo giudizio diagnostico, prognostico e terapeutico.

In questo opuscolo, a carattere informativo-divulgativo, saranno prese in esame solo le principali e più comuni neoformazioni a carico delle varie componenti strutturali delle palpebre.

Saranno considerate inizialmente le neoformazioni benigne, poi quelle di natura maligna, a seguire, alcune manifestazioni ad eziologia infettiva o a patogenesi disreattivo-infiammatoria, quindi le patologie da accumulo locale e/o dovute a disordini generali di natura metabolica "tesaurismosi" (dislipidemia, iperuricemia, ipercalcemia, iperglicemia, ecc ...).

 

 

BENIGNE

 

 

 

     
 

Angioma

E una neoformazione di colorito rosso o rosso-violaceo, piatta o rilevata a superficie liscia o moriforme, della grandezza di una lenticchia o di una ciliegia, indolente. Frequentemente è già presente alla nascita e può interessare solamente le palpebre ma, a volte, si estende alla cute del volto e della fronte, (fig. 1). Non è rara la localizzazione di questa disgenesia angiomatosa anche all'occhio ed al tessuto nervoso endocranico (angiomatosi encefalo-trigeminale).

   

 

fig.1   

 

CHERATOSI

 

a) Cheratosi senile (detta anche attinica o seborroica)

 

Frequente negli anziani e più comune nei soggetti con carnagione chiara, esposti alla luce solare. Colpisce le parti scoperte e soprattutto le palpebre ed il volto. Appare con chiazzette di cute secca, rugosa, di varia forma e taglia, circondate da un alone rosso: poiché talora può subire una trasformazione maligna in spinalioma è da annoverare nel capitolo delle precancerosi, e pertanto è consigliabile l'exeresi chimica-fisica o chirurgica.

E' una lesione palpebrale benigna che si presenta frequentemente nell'anziano come un'area ispessita e pigmentata. (figg. 2 e 3).

 

fig.2   

 

 

fig.3

 

b) Cherato - acantoma

Comune in età > 50 anni. È un nodulo sporgente liscio, di grandezza variabile da un pisello ad una nocciola, duro, indolente, spesso interessa il bordo libero delle palpebre. Presenta un cratere centrale e può evolvere verso una regressione spontanea, (fig. 4).

 

 

fig. 4

 

e) Corno cutaneo

 

È un'appendice dura, lunga qualche mm. Più frequente negli anziani. È consigliabile l'asportazione poiché in taluni casi può degenerare in spinalioma. E considerato una precancerosi, (fig. 5)

 

 

 

   

 

fig. 5

 

 

CISTI

 

 

 

     
 

Epidermoide

Comune a livello del sopracciglio o dell'angolo interno palpebrale: è una tumefazione di varie dimensioni, aderente alla pelle; è sempre visibile un minuscolo orifizio da cui, con energica pressione, spesso fuoriesce materiale denso di origine cheratinica. (fig. 6)

   

 

fig.6

 

 

b) Millo

 

Sono granuli color crema a carico del follicolo pilifero, piccoli e numerosi. Possono essere escissi per ragioni estetiche (fig. 7).

 

 

fig.7

 

 

c) Sebacea dovuta a ritenzione di secreto nelle ghiandole sebacee a livello del bordo libero (cisti di Zeiss) o follicolite acuta (orzaiolo) e del tarso (cisti di Meibomio o calazio), (fig. 8).

 

 

fig. 8

 

d) Sudoripara

 

E una cisti da ritenzione sudorale, unica o multipla, a carico del bordo libero - cisti di Moll - (fig. 9) ove si formi a livello della cute palpebrale, - idrocistoma, - raro, tipico delle persone esposte al calore (fornai, cuochi, ecc.....). È costituito da vescicole contenenti liquido chiaro, spesso molto numerose, delle dimensioni di una capocchia di spillo.

 

 

fig. 9

 

NEVO MELANOCITARIO

 

 

     

 

 

   

 

   

 

Non è raro il reperto di nevi melanocitari localizzati sul bordo ciliare. Come in tutte le lesioni di natura melanocitaria è necessaria una attenta valutazione e sorveglianza nel tempo, cogliendo le fasi iniziali di eventuale trasformazione maligna, analizzando soprattutto le variazioni delle dimensioni, del colore e della neovascolarizzazione. Nel dubbio è consigliabile una completa e corretta exeresi chirurgica: è sconsigliabile la crioterapia. (fig.10).

 

fig.10

 

 

 

PAPILLOMA

 

 
     
 

A livello del bordo libero delle palpebre non è infrequente l'insorgenza di una neoformazione rilevata con aspetto a cavolfiore a larga base d'impianto (sessile) o filiforme (peduncolato). Predilige le persone anziane, unico o multiplo. L'eziopatogenesi può essere di natura infiammatoria a specifica o virale-batterica. (fig. 11)

   

 

fig. 11

 

 

MALIGNE

 

 
     
 

Adenocarcinoma sebaceo della ghiandola di Meibomio

È raro. È spesso confuso con un calazio e va incontro a frequenti recidive. Predilige la palpebra superiore, (fig. 12).

 

   

 

fig. 12

 

Epitelioma

È una neoformazione palpebrale dura che tende ad erodersi. Insorge tra i 50 e i 70 anni. È fra i tumori più frequenti delle palpebre. Distinguiamo il basalioma e lo spinalioma.

 

a) Basalioma (od epitelioma basocellulare)

 

È una neoformazione palpebrale ad evoluzione estremamente lenta (anche oltre 10 anni); presenta una piccola depressione centrale che si ulcera e facilmente sanguina. La palpebra più colpita è la inferiore, specie il bordo libero (3° interno). Il basalioma ha una malignità puramente locale, non interessa quasi mai i linfonodi e rarissimamente dà metastasi, (fig. 13)

 

 

Fig.13

 

b) Spinalioma(o epitelioma spinocellulare)

 

È una neoformazione più aggressiva, si estende sia in superficie che in profondità, ha un accrescimento più rapido, può dare metastasi. La palpebra più colpita è la superiore, specialmente il 3° esterno, (fig. 14).

 

 

fig. 14

 

 

Melanoma

Generalmente insorge su un preesistente nevo. È più frequente nei soggetti con carnagione chiara. È consigliabile il controllo dei nevi da parte dello specialista competente che valuterà l'opportunità o meno dell'aferesi chirurgica e della verifica istopatologica. (fig. 15). 

 

fig.15

 

INFETTIVE

 

 

 

     
 

Herpes Zoster Oftalmico

   

 

Elementi vescicolari, emisferici, riuniti a grappolo, ripieni di liquido limpido e poi torbido, su cute arrossata e calda; l'insorgenza è improvvisa con febbre, dolore nevralgico trigeminale molto intenso, malessere generale: in breve le vescicole si rompono e si ricoprono di croste lasciando piccole depressioni puntiformi a tendenza atrofico-cicatriziale. (fig. 16). L'area colpita presenta una riduzione della sensibilità, che, associata alla nevralgia, dà luogo alla caratteristica "anestesia dolorosa". Nella metà dei casi si hanno complicanze oculari (congiuntiviti, cheratiti ecc....).

 

fig. 16

 

Mollusco contagioso

Piccolo nodulo bianco-perlaceo con depressione centrale, si presenta come rilevanza a forma di perla sul margine palpebrale. Questa neoformazione emisferica ombelicata colpisce in prevalenza i bambini. È di origine virale (pox virus), modicamente contagiosa.

   

 

 

       
     
 

Questa neoformazione palpebrale di aspetto globoso, si può estendere in loco e a distanza per autoinoculazione. La congiuntivite è la complicanza più frequente, spesso di tipo cronico. Il mollusco contagioso, con la spremitura, lascia uscire dall'ombelicatura una sostanza pastosa simile a sebo. Consigliabile l'asportazione e la toccatura con tintura di iodio, (fig. 17).

 

   
     

 

fig. 17

 

Verruca seborroica

 

È una rilevanza generalmente brunastra, ma può essere anche nero - antracite, con aspetto moriforme, di varie dimensioni, piccola in fase iniziale tipo macchia bruna (pigmentata), cresce gradualmente. Talora in numero molteplice. (fig. 18)

 

 

fig.18

 

Verruca volgare

 

Escrescenza piatta a superficie bernoccoluta, determinata dal papovavirus, più frequente negli adolescenti e nei bambini, (vedi fig. 19)

 

 

fig. 19

 

 

TESAURISMOSI (da accumulo).

 

 

 

     
 

Concrezioni calcaree

Sono formazioni giallastre a carico del lato interno palpebrale (congiuntivale), dure, frequenti nelle persone anziane od in quelle con infiammazioni croniche. In genere asintomatiche: quando sporgono dalla mucosa congiuntivale possono irritare o ledere la cornea, in tali casi vanno asportate, (fig. 20).

 

   

 

fig. 20 

 

Xantelasma

È di riscontro comune: è causato da una alterazione del metabolismo del colesterolo. Sono chiazze piane di colorito giallastro, a forma di ali di farfalla, dal lato interno palpebrale, sia superiore che inferiore, di grandezza variabile, molli. Lo xantelasma è frequente nelle donne al di sopra del 60° anno di età. Il disturbo estetico giustifica l'asportazione. (fig. 21). 

 

 

fig. 21

 

In conclusione, in presenza di ogni neoformazione palpebrale è quindi sempre raccomandabile consultare il proprio specialista di fiducia. Qualora fosse indicata l'asportazione della neoformazione si valuterà caso per caso, in base alla sede, numero, dimensione, natura etc......se necessiti l'ausilio esclusivo dell' oftalmologo, e/o del dermatologo e del chirurgo plastico-ricostruttivo.

 

 

A cura della Prof.ssa Sandra Cinzia Carlesimo  e del Prof. Corrado Balacco Gabrieli